La poesia sensoriale di Emilia Barbato

Uscito nel 2018 per Edizioni Pietre Vive, questo libello porta con grazia il suo titolo, manoscritto in copertina come estensione di una grafica essenziale:

<<il rigo tra i rami del sambuco>>

Già dal titolo dunque l’autrice ci offre l’esperienza sensoriale di un profumo peculiare, quello del sambuco, che porta con sé la brezza che ne muove le fronde, che quasi percepiamo sul viso, col tepore d’una giornata tersa. La promessa evocativa viene mantenuta, e il tema difficile del percorso attraverso la malattia, verso la guarigione, proposto con levità ed eleganza.

I brevi lampi dove solide crescevano
le attese e l'indocile presente, l'odore
della terra, tracciamo in silenzio una retta
comune degli spaventi,
progettiamo affinità, ma la bellezza si
fa piena se incompiuta
guarda come si smarriscono le nostre
figure allo specchio.

Ti scrivo in giorni di apparente luce
- penso di scriverti ma non lo faccio
il buio entra in forma di punteruoli
che aprono il silenzio - 
Con la maniera affannata dei pomeriggi
inseguo raggi, i favori del cielo,
il corpo di una sconosciuta che mi precede
e ondeggia sulla strada come un metronomo,
fuori tutto si direbbe procedere
con l'entusiasmo dell'estate
ma dentro sono ferma, stretta
da una nuova chiarezza,
mi chiedo quando questo sasso
che mi distacca abbia formato
una tale consistenza e quante
cose in questo modo io manchi.
giorni di apparente luce
Emilia Barbato, Il rigo tra i rami del sambuco, Edizioni Pietre Vive, 2018

Invenzione faraonica a due voci

poesia ispirata all’opera di Nada Pivetta La stirpe, di Laura D’Incà, inclusa nell’antologia Love is, pubblicata a Milano nel 1997

Love is, 1997
Catalogo della mostra collettiva Love is, Milano, 1997


È bello bagnarsi nel laghetto con Te
scendere in acqua con Te
e a Te mostrarmi nella mia bellezza
avvolta in finissimi lini regali,
con un pesce rosso tra le dita.
Vieni a vedermi.

Akenathon
La lampada è spenta. La regina Hatchepsut
l’eterno sonno dorme: nei secoli dimenticata
con le sue regali ambiguità.
Il figlio Ra parlerà agli dei: all’alba l’oro
di Aton si spargerà tutt’attorno. Carezza di
polvere preziosa sulla tua pelle, canteranno
intere generazioni nei secoli la magnificenza
di Nefertiti.
Vieni, per il tempo che dura l’alba,
al mio fianco risplendi.
D’ambra cospargerò i tuoi capelli, vieni. Le mie
mani scorrono sul tuo collo divino, in te l’essenza di
Hator stessa si è rivelata. Le sacre labbra di
Akenathon traboccano di faraoniche delizie, e tu
ne sei eternamente degna.

Nefertiti
Oltre le rive del Nilo, oltre l’eterno sogno,
che le serve di Ra adornino la sposa di Akenathon
di stoffe pregiate e pietre preziose.
Nel luogo in cui il sole riposa
prima di sorgere più splendente ancora,
il mio amore per Akenathon divino
moltiplica nei gesti la grandezza di Ra.
Eternamente esisto
per cantare la divinità del mio Sposo.
Oltre il potere di Thot giungerà la mia
venerazione, eternamente bella
in Amon-Ra, per la gloria di Akenathon.

Invenzione Faraonica a due voci
Nada Pivetta, La stirpe, bronzo, cm 53x24x17
Akenathon, faraone egizio della XVIII dinastia
Hatchepsut, regina egizia, quinta sovrana della XVIII dinastia
Ra, divinità dell'antico Egitto, identificato principalmente con il sole di mezzogiorno
Nefertiti, regina egizia della XVIII dinastia
Hator, divinità egizia, dea della gioia, dell'amore, della maternità e della bellezza
Thot, divinità egizia, dio della Luna, della sapienza, della scrittura, della magia, della misura del tempo, della matematica e della geometria. È rappresentato sotto forma di ibis sacro, uccello che volava sulle rive del Nilo 
Amon-Ra, la divinità più potente nella mitologia egizia, re di tutti gli dei del Phanteon egizio