Annotazioni d’un pomeriggio d’estate

Annotazioni d’un pomeriggio d’estate
di Laura D’Incà

[I]C’è ancora gente che parla tra sé, nel senso che parla da sola. Parla a sé stessa? A uno dei molti personaggi che popolano la personalità di ciascuno?

[II]Qualcun altro, corre. Sono in molti a correre, ognuno con il proprio passo.

[III]Ragazze, in coppia o in gruppo, curate, con piccole borse di cuoio a tracolla.

[IV]Un bambino biondo.

[V]Una piccola Pocahontas impara ad andare in bicicletta.

[VI]Una donna indossa un cappello di paglia. E’ seduta su una panchina, dà le spalle a un grande prato affollato, prende appunti.

[VII]Un gruppo di anziani tristi parla di aumento dei prezzi camminando lentamente sul vialetto – [VIII]rumore di ghiaia calpestata.

[IX]Una signora benvestita, ben truccata, ben pettinata. Ha un competo di maglia sottile blu mare, una borsa in pelle rossa.

[X]Compagnie sdraiate sul prato, chi legge, chi telefona, chi lancia il bastone al cane. Una variopinta umanità.

[XI]Una giovane donna con un panama in testa, e le All Star ai piedi, guarda male la signora in panchina.

[XII]Una badante filippina con aria di sfida sgancia i cani, che si lanciano lingua penzoloni verso il laghetto.

[XIII]Passeggini. Molti passeggini.

[XIV]Una piratessa lesbica e la sua fidanzata dark aspettano un cucciolo di chiwawa che non tiene il loro passo lungo.

[XV]Un carretto trainato da un cavallo stanco.

[XVI]Un uomo attempato con la polo giusta e le scarpe da vela è trascinato da un pastore tedesco.

[XVII]Una signora d’altri tempi scruta oltre: oltre il laghetto, oltre la variopinta umanità.

[XVIII]Una coppia sorridente chiacchiera in inglese. Inquietanti mocassini verde bosco, lui. Un prendisole in pizzo di Sangallo bianco, lei.

[XIX]Un venditore di occhiali camerunense. Oggi non farà affari, è nuvoloso.

[XX]La signora sulla panchina smette di scrivere. Raccoglie un paio di pietre da terra, le infila nello zaino.

 



[I] Un uomo in canottiera, il corpo asciutto, il viso rugoso, i capelli grigi spettinati; si siede accanto all’osservatore della scena e comincia a raccontare a sé stesso la propria vita. La racconta con tormento, ma senza alzare troppo il tono di voce. E’ tormentato e accaldato, si terge la fronte con un fazzoletto di carta, guarda in basso, forse la polvere sulle sue scarpe.

[II] I corridori al parco sono di vari generi: ad esempio, c’è quello appassionato tutto in tiro con l’abbigliamento tecnico, le scarpette leggere e fashion, il contapassi nella fascia di nylon stretto attorno al bicipite; e c’è quello improvvisato, che corre con gli occhiali appannati, t-shirt grigia larga e bagnata, calzoni al ginocchio larghi e consumati dal tempo.

[III] Camminano alte e splendide, i capelli lisci arrivano fino alla cintura, hanno il riflesso delle foglie d’autunno, la doratura dell’estate. Camminano fianco a fianco e parlano distrattamente di camicette di seta e sandali di corda. La prima, quella di sinistra, indossa calzoncini di cotone blu e una maglietta larga di cotone a righe bianche e azzurre, con una fila di bottoncini dorati lungo la scollatura. La seconda, alla sua destra, una gonna bianca a mezza coscia, una camicia di cotone con le maniche rimboccate. Portano a tracolla entrambe piccole borse di cuoio, scuro l’una, chiaro l’altra.

[IV] Ha i capelli ricci molto chiari, ha circa quattro anni, guarda dritto davanti a sé, trotta verso il pony, laggiù.

[V] Due bambine in bicicletta pedalano lentamente perdendo l’equilibrio, lo recuperano, a turno, e intanto chiacchierano, chiacchiere fitte come aghi di pino, appiccicose di resina.

[VI] Ha un cappello di paglia scuro, color caffè. Sta seduta a gambe incrociate con un quadernetto appoggiato sulla coscia destra, scrive senza interruzione, con la mano sinistra tiene aperto il quaderno.

[VII] Gli anziani hanno sempre più freddo degli altri. Giacche impermeabili, golfini di lana merino, calze e calzature chiuse, come se non sentissero l’estate. Questo è un gruppo di persone rassegnate, le lamentele sono un passatempo, non hanno più la fantasia per sperimentare argomenti diversi.

[VIII] La ghiaia sul vialetto è sottile, mescolata con la polvere arida.

[IX] Passa in bicicletta, e anche la bicicletta è perfetta, le cromature lucide riflettono i raggi di luce che le nuvole filtrano. Forse è al telefono con la colf, forse è una telefonata di lavoro, invece, e lei fa l’agente di borsa, non può permettersi il pomeriggio libero, nemmeno alle feste comandate, come oggi.

[X] Per lo più stanno seduti a chiacchierare, difficile inserirsi nella loro conversazione, se qualcuno volesse farlo.

[XI] Nulla più di questo.

[XII] Sono cani di grossa taglia, probabilmente lei si sente rassicurata da questo, anche se di certo non sono suoi, i cani.

[XIII] Passeggini di tutte le forme e dimensioni, passeggini vintage e passeggini ultratecnici con ruote alte, passeggini che potrebbero avventurarsi in un Camel Trophy, passeggini con parasole, passeggini doppi per i gemelli, passeggini.

[XIV] Una coppia omossessuale e un chiwawa. La più giovane ha lunghi capelli neri su T-shirt bianca immacolata e minigonna nera a ruota, le Superga, che misteriosamente si usano ancora. L’altra ha la chioma cotonata, mezza bionda, mezza nera, un foulard annodato come Jack Sparrow, catene e stivali.

[XV] Povero cavallo.

[XVI] Nulla più di questo.

[XVII] Lei è bellissima. Ha un viso perfetto, perfettamente truccato, una sosia di Marilyn in fuseaux e ballerine.

[XVIII] Questo passaggio è stato molto romantico. Non durerà. Forse non stanno nemmeno insieme. Lei ci spera, forse, ma lui ripartirà presto, e non le chiederà mai di raggiungerlo.

[XIX] No, nessuno vuole i tuoi stupidi occhiali di plastica, non oggi.

[XX] Un gesto misterioso. A che scopo raccogliere dei sassi impolverati e assolutamente ordinari?

Portrait of my ex-husband as a suitcase

Portrait of my ex-husband as a suitcase
by Selima Hill

Listen, Lord, I know you want to help,
but please can I have a little suitcase instead,
the sort of little, rather battered suitcase
that’s got old labels all over it,
and little elasticated pouches round the inside
for swimming-goggles, necklaces, blackcurrant-juice;
that waits by the door looking so expectant and adorable
you have to take it with you
every time you go out,
that’ll go anywhere and do anything;
that’s as pink and summery, Lord,
as a summer pudding.

Look, O Lord, I know You’re trying to help,
but You’ve never had to deal with an ex-husband, have You,
so You don’t know what it’s actually like, do You?
Winter, Lord.
I need something I can hold.
And I can’t hold hands with a fall of snow, can I?
And it can’t be hard for someone like You, surely,
to get me a little suitcase to carry around.
And I want it to have two tiny keys, please.
And I want a really good one
that will love me for ever.

Ritratto del mio ex-marito in forma di valigia
di Selima Hill
(Trad. L.D’Incà)

Ascolta, Signore, so che vuoi renderti utile,
ma per favore posso avere una valigetta invece,
tipo una valigia piccola, piuttosto ammaccata
tutta coperta di vecchie etichette,
e piccole tasche con l’elastico all’interno
per occhiali da piscina, collane, succo di ribes nero;
che aspetti alla porta così speranzosa e adorabile
che devi per forza portarla con te
ogni volta che esci,
che venga ovunque, che farebbe qualunque cosa;
così rosa ed estiva, Signore,
come un budino estivo.

Guarda, O Signore, lo so che stai cercando di renderti utile,
ma non hai mai avuto a che fare con un ex-marito, vero,
perciò non sai realmente come sia, no?
Inverno, Signore.
Ho bisogno di qualcosa da poter stringere.
E non posso stringerele mani a una nevicata, no?
E non dev’essere difficile per qualcuno come Te, di sicuro,
procurarmi una valigetta da portare in giro.
E la voglio con due minuscole chiavi, per favore.
E ne voglio una buona per davvero
che mi ami per sempre.

Estati

Estati
di Laura D’Incà

ridere di tutto questo
navigare
oltre la linea azzurra del tempo
oltre la fiducia tradita
il chiasso
d’esistenze lontane
oltre l’amaro e il chiaro
oltre l’esser diventato
ridere e sparire

dividere le zucche dai fiori
friggere dolcezze al sole
e appassionarsi al più lontano
al più rotondo e gustoso
al bacio al fato al piccante
come quell’altra estate
quando il caldo resistenze
frangibili scioglieva
e niente era – perché
tutto soltanto sembrava

Summers
by Laura D’Incà

Laughin to all this
surfing
beyond the blue line of time
beyond the betrayed faith
the noise
of far away lives
beyond bitter and clear
beyond having become
laugh and disappear

separate pumpkins from blooms
frying sweetnesses in the sun
and get into outermost
into rounder and tastier
into kiss into fate into spicy
just like that other summer
when the heat melted
fragile resistances
and nothing was – because
everything only seemed